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Nucleo Industriale Imprese in rivolta

«Se l'Arap non torna indietro sulle richieste di pagamento inviate alle imprese, nonostante l'assenza di servizi resi, adiremo le vie legali». Il presidente dell'Api Alfonso Marcozzi torna ancora una volta sulla questione dell'Arap, denunciando come l'azienda che gestisce le aree industriali continui a chiedere soldi pur non fornendo alcun servizio e annunciando la convocazione, per la giornata di domani, di una riunione con le imprese del nucleo industriale di Teramo al fine di valutare eventuali azioni nei confronti dell'ente. Sul tavolo cartelle di pagamento che oscillano, in base alla grandezza dell'impresa, da poche centinaia a diverse migliaia di euro. Un tema, quello dei pagamenti richiesti dall'Arap alle aziende che hanno i capannoni all'interno dei nuclei industriali, che non riguarda solo Teramo. La settimana scorsa, a minacciare il ricorso alle vie legali, erano state infatti le associazioni di categoria aquilane, che avevano denunciato l'invio alle imprese, da parte dell'azienda regionale per le attività produttive, di fatture relative a generiche spettanze. Anche in quel caso le associazioni avevano sottolineato l'assoluta carenza di servizi, riuscendo ad ottenere la sospensione dei pagamenti in attesa del pronunciamento definitivo del consiglio dell'Arap.«Come Api abbiamo convocato per giovedì un incontro con le aziende del nucleo industriale», sottolinea Marcozzi, «per definire un'azione congiunta volta a tutelare le imprese. L'Arap, infatti, sta continuando a sollecitare pagamenti per servizi non resi, senza considerare la totale assenza di infrastrutture a servizio delle imprese. Se non tornerà indietro siamo pronti ad adire le vie legali». Per il rappresentante dell'associazione delle piccole e medie imprese l'Arap ancora oggi non riuscirebbe a decollare, rappresentando di fatto un mero «baraccone» che non avrebbe mai assolto al compito per il quale era nato: sostituire i consorzi industriali fornendo servizi alle imprese. «La questione non è che le imprese non vogliono pagare», incalza Marcozzi, «ma non vogliono farlo per servizi che non hanno. Oggi i nuclei industriali sono in totale abbandono, le aree verdi non vengono pulite, l'illuminazione lascia a desiderare, la manutenzione non viene eseguita. C'è poi il problema della sovrapposizione dei pagamenti rispetto ai servizi urbanistici per i quali si versa già al Comune». Senza considerare i problemi, già più volte evidenziati, come l'assenza in alcune zone, ancora oggi, dell'adsl e la chiusura dello scalo ferroviario per lo scambio merci sulla Teramo-Giulianova.

Di Alessia Marconi 

 

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